Riporto un interessante intervista apparsa sul quotidiano LA STAMPA al grande Plinio Fernando.
Come chi è? E' l'attore che ha impersonato la 'bruttezza', ovvero Mariangela, la figlia del ragionier Ugo Fantozzi.
In questa intervista, si capisce come la caratterizzazione di un personaggio può cambiare la vita di una persona, a volte anche in peggio.
ROMA
Plinio Fernando, mi aspetta con un mazzo di fiori. Ha i modi galanti e gli occhi gentili. È impossibile non riconoscerlo tra la folla, lui che in 8 film è stato la figlia del ragionier Fantozzi, l’archetipo della bruttezza femminile, la «bertuccia», come la chiamava il perfido geometra Calboni, Mariangela.
Una maschera che Plinio ha indossato per lavoro e che poi ha gettato via insieme alla sua vecchia vita. Da anni di lui si sa poco o niente. Dal 1993 quando girò «Fantozzi in paradiso», il suo addio al mondo del Cinema e anche alle ridicole camicie da notte e alle cuffiette di Mariangela. E adesso eccolo, qui, con la cravatta, e la cartellina sottobraccio con le fotografie delle sue opere. «Abbia pietà...», mi dice imitando proprio il ragionier Fantozzi.
E in quella battuta c’è in realtà una preghiera, quella di non ridurre questo incontro a una descrizione estetica, farsesca, a una presa in giro. «Vuole sapere che fine ho fatto? Cosa faccio oggi che ho lasciato il cinema? Veramente? Allora parliamo di questo, delle mie opere». Perché Plinio, classe 1947, nato per caso a Tunisi da genitori italiani, è uno scultore, plasma teste umane in terracotta, e forme diverse, una macchina industriale, o un cavallo in creta colorato con la lacca d’oro, l’assalto con catapulte di una guerra medievale.
«Sono appassionato di Medioevo». Plinio sorride timidamente quando parla delle sue creazioni, anche quando spiega «che non è facile venderle» e che comunque è difficile separarsi da qualcosa che si è plasmato. «Ho fatto anche una mostra e ho avuto buone critiche», dice tirando fuori dalla cartellina le fotografie delle sue teste in terracotta. «Ci sono persone a cui devo molto, come la storica dell’arte ed esperta in ceramiche Giuliana Gardelli che mi ha incoraggiato nel mio nuovo lavoro. Sono riconoscente alle persone che mi hanno fatto del bene».
Non vorrebbe incursioni nel passato, Plinio. «Era un’altra stagione», dice con pudore. «Si chiude una parentesi e se ne apre un’altra. La vita è così». La prima «parentesi», quella che lo ha fatto entrare nel mito, ha racchiusa l’esperienza sul grande schermo, la figlia di Fantozzi appunto, una maschera che non è stato facile togliersi. E qualcuno oggi, quando lo vede, ancora gliela disegna addosso. Impossibile non avere dei flash di quella interpretazione. Quando Mariangela chiedeva: «Papà, ma chi era Cita?». E Villaggio-Fantozzi rispondeva: « Eh, beh, Cita... Cita Hayworth! Era una bellissima attrice americana. Ma io ti assicuro che tu sei molto... molto più bella di lei...Forse!».
Pezzi di storia del cinema, ma anche pezzi del cuore di Plinio che non sempre è stato contento di questo successo, ad ascoltare il tono delle sue parole. «Avrei preferito una parte maschile, ma non sempre si può scegliere, in fondo era solo un ruolo, un lavoro come un altro. In fondo tutti i più grandi attori si sono vestiti da donna: da Ugo Tognazzi ne “Il vizietto”» a Tony Curtis e Jack Lemmon in “A qualcuno piace caldo”», dice adesso Plinio che, sempre con pudore e gentilezza, sottolinea come a lui piacciano le belle donne come la Fenech e la Bellucci.
Nel curriculum di Plinio anche Sturmtruppen girato nel 1976 per la regia di Salvatore Samperi. Ha tutti i dvd di Fantozzi, e ogni tanto in tv si diverte a riguardarsi «per un po’, ma poi cambio canale». Di quei tempi «fantozziani» ha mantenuto i contatti con Anna Mazzamauro, la signorina Silvani, e con Milena Vukotic, una delle sue mamme sullo schermo. L’altra Liù Bosisio, oggi è anche lei prestata all’arte (oltre a doppiare Marge Simpson).
Di Paolo Villaggio dice «che è un buon amico di lavoro, un grande attore. Sul set eravamo tutti molto affiatati, come una famiglia». Ma fuori da lì nessuna frequentazione. L’ultimo film che Plinio interpreta, diciotto anni fa, è Fantozzi in paradiso, poi il ritiro a vita privata, scarseggiano i ruoli per lui e forse è anche un po’ stanco di una vita da caratterista iniziata da ragazzo con l’iscrizione all’Accademia di Recitazione Stanislavskij al Teatro Anfitrione. Chiuse le luci della ribalta, a metà degli anni ‘90 Plinio scopre la passione per la scultura e inizia a studiare con i maestri Diotallevi e Cussino. Sette anni di scuola, faticosa anche fisicamente. «Non mi piace l’improvvisazione, anche se c’è il talento. È necessaria la preparazione, sempre. Non come oggi che in televisione, ai reality, diventa famosa gente che non sa fare niente. Io a un reality? Non ci andrei, non mi piace espormi se non per cose serie».
Come le sue sculture, esposte qualche anno fa in una mostra a via dei Serpenti a Roma. Non è facile interpretar questo signore schivo e cavaliere che si presenta con due mazzi di fiori. Del suo privato è gelosissimo, non fa trapelare molto, se non che ha due sorelle a cui è molto legato. Prende il telefonino, fa il numero e parla con una di loro. «Te la passo», dice. E dall’altra parte la voce di una signora spiega che «il fratello è una persona fantastica, molto generosa». Un invito tra le righe a non tradirlo, a non renderlo ancora una macchietta, così lontana dal vero Plinio. «Abbi pietà...», dice lui prima di salutare con quel sorriso gentile e un po’ triste.
Plinio Fernando, mi aspetta con un mazzo di fiori. Ha i modi galanti e gli occhi gentili. È impossibile non riconoscerlo tra la folla, lui che in 8 film è stato la figlia del ragionier Fantozzi, l’archetipo della bruttezza femminile, la «bertuccia», come la chiamava il perfido geometra Calboni, Mariangela.
Una maschera che Plinio ha indossato per lavoro e che poi ha gettato via insieme alla sua vecchia vita. Da anni di lui si sa poco o niente. Dal 1993 quando girò «Fantozzi in paradiso», il suo addio al mondo del Cinema e anche alle ridicole camicie da notte e alle cuffiette di Mariangela. E adesso eccolo, qui, con la cravatta, e la cartellina sottobraccio con le fotografie delle sue opere. «Abbia pietà...», mi dice imitando proprio il ragionier Fantozzi.
E in quella battuta c’è in realtà una preghiera, quella di non ridurre questo incontro a una descrizione estetica, farsesca, a una presa in giro. «Vuole sapere che fine ho fatto? Cosa faccio oggi che ho lasciato il cinema? Veramente? Allora parliamo di questo, delle mie opere». Perché Plinio, classe 1947, nato per caso a Tunisi da genitori italiani, è uno scultore, plasma teste umane in terracotta, e forme diverse, una macchina industriale, o un cavallo in creta colorato con la lacca d’oro, l’assalto con catapulte di una guerra medievale.
«Sono appassionato di Medioevo». Plinio sorride timidamente quando parla delle sue creazioni, anche quando spiega «che non è facile venderle» e che comunque è difficile separarsi da qualcosa che si è plasmato. «Ho fatto anche una mostra e ho avuto buone critiche», dice tirando fuori dalla cartellina le fotografie delle sue teste in terracotta. «Ci sono persone a cui devo molto, come la storica dell’arte ed esperta in ceramiche Giuliana Gardelli che mi ha incoraggiato nel mio nuovo lavoro. Sono riconoscente alle persone che mi hanno fatto del bene».
Non vorrebbe incursioni nel passato, Plinio. «Era un’altra stagione», dice con pudore. «Si chiude una parentesi e se ne apre un’altra. La vita è così». La prima «parentesi», quella che lo ha fatto entrare nel mito, ha racchiusa l’esperienza sul grande schermo, la figlia di Fantozzi appunto, una maschera che non è stato facile togliersi. E qualcuno oggi, quando lo vede, ancora gliela disegna addosso. Impossibile non avere dei flash di quella interpretazione. Quando Mariangela chiedeva: «Papà, ma chi era Cita?». E Villaggio-Fantozzi rispondeva: « Eh, beh, Cita... Cita Hayworth! Era una bellissima attrice americana. Ma io ti assicuro che tu sei molto... molto più bella di lei...Forse!».
Pezzi di storia del cinema, ma anche pezzi del cuore di Plinio che non sempre è stato contento di questo successo, ad ascoltare il tono delle sue parole. «Avrei preferito una parte maschile, ma non sempre si può scegliere, in fondo era solo un ruolo, un lavoro come un altro. In fondo tutti i più grandi attori si sono vestiti da donna: da Ugo Tognazzi ne “Il vizietto”» a Tony Curtis e Jack Lemmon in “A qualcuno piace caldo”», dice adesso Plinio che, sempre con pudore e gentilezza, sottolinea come a lui piacciano le belle donne come la Fenech e la Bellucci.
Nel curriculum di Plinio anche Sturmtruppen girato nel 1976 per la regia di Salvatore Samperi. Ha tutti i dvd di Fantozzi, e ogni tanto in tv si diverte a riguardarsi «per un po’, ma poi cambio canale». Di quei tempi «fantozziani» ha mantenuto i contatti con Anna Mazzamauro, la signorina Silvani, e con Milena Vukotic, una delle sue mamme sullo schermo. L’altra Liù Bosisio, oggi è anche lei prestata all’arte (oltre a doppiare Marge Simpson).
Di Paolo Villaggio dice «che è un buon amico di lavoro, un grande attore. Sul set eravamo tutti molto affiatati, come una famiglia». Ma fuori da lì nessuna frequentazione. L’ultimo film che Plinio interpreta, diciotto anni fa, è Fantozzi in paradiso, poi il ritiro a vita privata, scarseggiano i ruoli per lui e forse è anche un po’ stanco di una vita da caratterista iniziata da ragazzo con l’iscrizione all’Accademia di Recitazione Stanislavskij al Teatro Anfitrione. Chiuse le luci della ribalta, a metà degli anni ‘90 Plinio scopre la passione per la scultura e inizia a studiare con i maestri Diotallevi e Cussino. Sette anni di scuola, faticosa anche fisicamente. «Non mi piace l’improvvisazione, anche se c’è il talento. È necessaria la preparazione, sempre. Non come oggi che in televisione, ai reality, diventa famosa gente che non sa fare niente. Io a un reality? Non ci andrei, non mi piace espormi se non per cose serie».
Come le sue sculture, esposte qualche anno fa in una mostra a via dei Serpenti a Roma. Non è facile interpretar questo signore schivo e cavaliere che si presenta con due mazzi di fiori. Del suo privato è gelosissimo, non fa trapelare molto, se non che ha due sorelle a cui è molto legato. Prende il telefonino, fa il numero e parla con una di loro. «Te la passo», dice. E dall’altra parte la voce di una signora spiega che «il fratello è una persona fantastica, molto generosa». Un invito tra le righe a non tradirlo, a non renderlo ancora una macchietta, così lontana dal vero Plinio. «Abbi pietà...», dice lui prima di salutare con quel sorriso gentile e un po’ triste.
About the Author
Edna Von V
Se c'è qualcosa di più importante del mio ego su questa nave, la voglio catturata e fucilata.
Related Posts
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Share It
Popular Posts
-
Ecco un bel modo di iniziare la settimana, con un Filmone degno del Manuale del cinema: Il Ragazzo di Campagna (Rete4 21,10). Cult assoluto ...
-
Riporto un interessante intervista apparsa sul quotidiano LA STAMPA al grande Plinio Fernando. Come chi è? E' l'attore che ha impe...
-
Riporto questa notizia allarmante dal sito MyMovies: Vi ricordate il film ‘Della Morte dell’amore?’ quello con Rupert Everett? Dai su, qu...
-
F inito Dexter, si avvicina il momento più duro dell'anno: la pausa natalizia delle serie tv. Per fortuna ci viene somministrato del m...
-
G od Save the King: è Il Discorso del Re il trionfatore dell’83esima edizione degli Academy Awards. Anche se si è accaparrato solo quattr...
Like Me On Facebook
Labels
- 127 ore
- 150 anni unità d'Italia
- 2011
- 300
- Aaron Eckhart
- Al Pacino
- Aldo Giovanni e Giacomo
- Ale
- ambient marketing
- amici miei come tutto ebbe inizio
- anna falchi
- anni 80
- anni 90
- antartica
- anteprima
- antonio banderas
- apple
- armata delle tenebre
- attori
- autovelox
- barilla
- battle: L.A.
- Benvenuti al sud
- big fish
- black swan
- bomber
- botteghino
- box office
- boxe
- Brad Pitt
- brand reputatio
- bruce campbell
- Bruce Willis
- Bud Spencer
- camorra
- campagna marketing
- campagna virale
- capitan power
- cartoni
- Castellano e Pipolo
- Christian Bale
- Cinderella Man
- Cinema
- cinema.
- cinepanettone
- classifica film
- classifica film nasa
- classifica film romantici
- Clint Eastwood
- Clive Owen
- Colin Farrell
- colla
- comedia
- commedia
- commedia.
- commodore 64
- comunicazione
- corto
- cult
- Danny Boyle
- Darren Aronofsky
- darth vader
- David Fincher
- David Lynch
- della morte dell'amore
- Dexter
- Diane Keaton
- diesel
- diesel knee
- documentario
- Drew Barrymore. Stanno tutti bene
- Dustin Hoffman
- dylan dog
- effetti speciali
- eroe
- Everybody's Fine
- fantascienza
- Fantozzi
- fazio
- Festival
- film
- film d'amore
- Francis Ford Coppola
- frank Miller
- Frankenstein junior
- Franz
- fratelli coen
- fratelli wachowski
- Fumetto
- Gene hackman
- Gene wilder
- gepy
- Golden Globe
- google social search
- Grodon Gekko
- Grosso guaio a Chinatown
- guerre stellari
- h2biz
- Harrison Ford
- hereafter
- Hilary Swank
- homevideo
- Hugo Weaving
- I soliti sospetti
- il fuggitivo
- il grinta
- Il padrino
- Il ragazzo di campagna
- il venerdì di repubblica
- inception
- incontrerai l'uomo dei tuoi sogni
- internet
- into the wild
- investimento
- Ispirazione
- italia
- Italia1. tv
- Jack Nicholson
- James Franco
- Jamie Foxx
- Jeff Bridges
- Jim Carrey
- Joel Schumacher
- jovanotti
- Julian Assange
- Justin Timberlake
- Katie Holmes
- Keifer Sutherland
- Keira Knightley
- Kevin Bacon
- Kevin Spacey
- Keyser Söze
- Kick Ass
- Kiefer Sutherland
- Kim Cattral
- Kurt Russel
- La promessa
- la repubblica
- Liam Neeson
- lines
- Lino Banfi
- LOL
- ma anche no
- marcuzzi
- mariangela
- mario kart
- Mario Monicelli
- Mark Wahlberg
- Mark Zuckerberg
- marketing
- Marlon Brando
- Martin Sheen
- Massimo Venier
- Matt Damon
- mattia lissi
- media
- Mel Brooks
- Mi fido di te
- Michele Lupo
- Mickey Rourke
- miglior film 2010
- million dollar baby
- miss dronio
- Miyazaki
- Morgan Freeman
- mtv
- muco
- muisca
- music
- my movies
- napoli
- nasa
- Natale
- natale 2010
- Natalie Portman
- Nicolas Cage
- ninja marketing
- no ordinary family
- nominations
- nonno nanni
- Nuove Uscite
- nuovi siti
- nuovo cinema paradiso
- oral
- Oscar
- packaging
- parto col folle
- pattex
- paul
- Paul Giamatti
- piranha3d
- plagio
- premi
- primi minuti
- Pubblicità
- pugilato
- Quentin Tarantino
- quotes
- rai
- Rai Due
- Ralph Supermaxieroe
- recensione
- remi gaillard
- Renato Pozzetto
- Rete4. tv
- reti private
- rinnovo
- risultato
- Robert de Niro
- Robert Downey Jr
- Robert Rodriguez
- Robocop
- romanticismo cult
- Ron Howard
- rupert everett
- Russel Crowe
- s.valentino
- sam raimi
- Sam Worthington
- saviano
- scene più tristi
- sciopero
- sciroppo
- scrubs
- Sean Penn
- Serie tv
- servili auguri
- sesso orale
- sfogo sul cinema
- sfogo.
- shutter island
- Sin City
- skyline
- Sleepers
- social media analist
- social network
- sondaggio
- sono il numero quattro
- Steven spielberg
- super mario bros
- telefilm
- tette
- the big bang theory
- the fighter
- the force
- The Godfather
- the hurt locker
- The social network
- The Usual Suspects
- the Vanishing
- the wrestler
- Tic tac
- tiziano sclavi
- Tommy lee Jones
- Toni Servillo
- totovincitori
- toy story 3
- trailer
- trailers
- trash
- Tre uomini e una gamba
- tutto l'amore che ho
- Tv
- un biglietto in due
- una vita tranquilla
- Unknow
- uno sceriffo extraterrestre
- V
- v per vendetta
- V-for Vendetta
- video
- video virali
- videogame
- vieni avanti cretino
- vieni via con me
- vincitori
- violenza
- viral
- Volkswagen commercial
- vota Antonio
- Wall Street
- We Want Sex
- Wikileaks
- wilywats
- woody allena
- wrestler
- yattaman
- yattaman film
- Yes Man
- youtube
- Zach Galifianakis
Previously
-
▼
2011
(53)
-
▼
marzo
(14)
- Auguri
- TIC TAC PER I 150 ANNI
- NUOVO FILM PER QUENTIN
- PAUL L'ALIENO
- UN FILM SU WIKILEAKS
- MAGIA DELLA MELA
- ROULETTE MEETING
- Come rovinare un mito. Anche solo con un titolo.
- La seconda vita di un uomo chiamato "Mariangela".
- BRAND REPUTATION
- PLAGIO O SON DESTO?
- Oscar 2011 per il miglior corto d'animazione
- The Wrestler vs Black Swan
- MARIO BROS COME NON L'AVETE MAI VISTO
-
▼
marzo
(14)
0 commenti