Ecco un bel modo di iniziare la settimana, con un Filmone degno del Manuale del cinema: Il Ragazzo di Campagna (Rete4 21,10). Cult assoluto diretto dal duo Castellano- Pipolo con: Renato Pozzetto, Massimo Serato, Massimo Boldi, Enzo Cannavale, Clara Colosimo

La Trama:
Il contadino Artemio (Renato Pozzetto) compiuti 40 anni , decide di abbandonare la vita bucolica nella campagna Pavese per cercare un lavoro a Milano.
Arriva così nella City, aiutato dal cugino Severino (Massimo Boldi) che gli offre ospitalità e lavoro.

Cosa dire di questo film a parte che è un capolavoro assoluto? Lasciate stare i critici, che hanno bollato la pellicola come una puerile commediola, perché hanno torto marcio. Credo infatti che questo particolare genere di film nostrani (come anche Vieni avanti cretino e simili) sia un patrimonio della nostra cultura che va preservato. E’ ovvio che, se vogliamo giudicare il film attraverso le categorie classiche quali: montaggio, fotografia, sceneggiatura,  non può venir fuori un parere positivo. E’ evidente che, questo film, è distante anni luce da  lungometraggi come I soliti ignoti, il vigile ecc.
Anche ad un occhio non esperto risalta infatti, la banalità di alcuni passaggi, la non-coerenza narrativa, la sterilità dei dialoghi  e, in alcune sequenze (vedi la canzone fatta da semafori e sirene), è lampante la volontà di riempire i vuoti  tra uno sketch e l’altro.
Detto questo, non dobbiamo sottovalutare il ‘trash all’italiana’ a cui   va riconosciuta, una straordinaria  capacità comunicativa e  l’originalità di certe trovate.
La banalità della trama (il contadino che arriva in città) è solo lo spunto per alcune sequenze memorabili, come il famosissimo ‘TAAC’ di Artemio che si prepara il ‘piatto pronto’ (con evidente richiamo a ‘Un americano a Roma’), la casa di due metri quadrati, il colloquio da assicuratore ecc.
Credo infatti che la maggioranza delle persone che hanno visto questo film, ha interiorizzato intere  sequenze per citarle in contesti di vita vissuta. Questa è una caratteristica che solo i grandi capolavori riescono ad avere (il ‘Che te lo dico a fare’ di Donnie Brasco è entrato nel linguaggio comune) e anche ‘Il ragazzo di campagna’ , nel suo piccolo, riesce ad essere un capolavoro.
Cos’altro dire; gustatevelo senza formalizzarvi troppo su alcuni particolari, ma piuttosto, lasciatevi prendere dalla comicità surreale di Pozzetto e godetevi i momenti Cult!

Scene Cult:
Taac
Monolocale

Attori:
Pozzetto regna sovrano.

Voto Guida Michelin Trash 7
Ogni volta che entrerete in una casa di piccole dimensioni vi ricorderete di questo film!

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Edna Von V
Se c'è qualcosa di più importante del mio ego su questa nave, la voglio catturata e fucilata.

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