Tra tutti gli scioperi che vengono indetti ogni anno, quello che preoccupa maggiormente - e che mi crea maggiori disagi - è sempre quello degli sceneggiatori.
Porto ancora i segni di stagioni orrende di serie tv altrimenti adorabili: una tra queste è stata senza dubbio Dexter.
Ad una prima stagione al cardiopalma, ne sono seguite due di una bidimensionalità quasi imbarazzante, prive di un singolo personaggio anche solo lontanamente convincente (protagonista escluso) e con un pessimo uso di fotografia e a musica, tanto importante nella prima stagione.
Si sono ripresi alla grande con la quarta e la scorsa domenica è terminata la quinta.
Una quinta stagione che dà un colpo di spugna ai brutti ricordi.


La cosa che era risultata più incredibile nella seconda stagione era che polizia e FBI riuscissero vagamente a capire qualcosa: non sono soggetti che hanno mai spiccato per brillantezza o arguzia e infatti nessuno aveva creduto nemmeno lontanamente che potessero impensierire il nostro controverso giustiziere. Risultato: personaggi ridicoli, intrecci banali, suspance azzerata.
Ma dopo una pausa di un anno hanno deciso di riprovarci con un esito decisamente migliore.
Certo, non è il Dexter che conoscevamo e no, non mi è piaciuto vederlo piangere, ma più di tutto non mi capacito che Debra sia riuscita a capire tutto quello che ha capito (e ammettiamolo: qualche buco narrativo c'era).
Dettagli a parte il tutto si è svolto in maniera incredibilmente lineare: la storia appare coerente e la crescita di Dexter è tangibile. E' un cambio di direzione, sì, ma è una crescita.
Non è un più un semplice personaggio: è reale, è un uomo che ha un passato e che cambia come tutti noi e questo, va detto, non succede MAI nelle serie tv, dove i personaggi sono proprio questo -personaggi!- quindi esuli dal cambiamento e dalla crescita personale.
Dexter riesce nel difficilissimo intento di modificarsi pur rimanendo se stesso: spesso non riesce alle persone in carne ed ossa (colgo l'occasione per salutare tutti i miei ex), figurarsi ai characters.
Ancora un volta gli sceneggiatori hanno capito quali erano i punti di forza e hanno provveduto ad eliminare i vari talloni d'Achille allontanando i bimbi (Astor l'avrei picchiata, giuro), glissando puntata dopo puntata sulla penosa storia d'amore Laguerta-Batista (cioè, dai) e facendo dire a Debra un sacco di parolacce (quando impazzisce perché non capisce lo spagnolo c'è da ridere parecchio).
Tutto quello che succede alle spalle di Dexter, quindi, o è funzionale alla storia principale o viene allegramente cestinato, soluzione sempre ideale.
Lo spettatore ha un vero legame con pochi personaggi ed è giusto, quindi, che le nostre preoccupazioni si rivolgano a loro: come farà Dexter a gestire quella scheggia impazzita di Liddy? Come facciamo a dire che è lui quello senza morale quando Quinn indaga su di lui e nel frattempo gli si fa la sorella? E cosa vuole ora 'sta Lumen? Ci siamo appena liberati di Rita, tipregosignoretiprego, fa che se ne esca di scena al più presto.
Già, ma come?
Tenerla non si può, mi pare chiaro: Dexter ci piace single, senza figli o mogli o sciacquette in giro per casa. Ma ucciderla non era fattibile: non possiamo copiare Rita.
E quindi?
E quindi niente, fino all'ultimo ce la siamo tenuta, in un misto di amore e di odio, finchè il tutto si è risolto per il meglio: The Dark Passenger continua ad essere un'esclusiva del nostro rosso preferito e la biondina (che comunque ha una nomination ai Globe, mica pizza e fichi) se ne va esattamente come era arrivata. Applausi scroscianti.
All'improvviso esce di scena, tra lo sgomento iniziale di Dexter che è a tanto così (gesto del pollice ed indice vicinissssssssssssssssimi) dal farsi beccare dalla sorella e dal saltare il compleanno di Harrison, che dopo il meraviglioso "Die die" non ha più aperto bocca.
L'allontanamento di Harrison è stato funzionale alla trama ed è servito a riportare Dex alla sua figura primordiale, ma ha vanificato tutto il lavoro delle prime puntate che vedevano nel Piccolo Principe il vero incubo del padre: cosa voglio essere? E lui sarà come me? Quando si riperquoteranno su di lui le mie azioni? E in fondo, mi interessa davvero? Cosa spero per me e per lui?

La risposta è nell'immagine a metà post, in attesa della prossima stagione.
Ci vediamo a settembre.

Tagged as

About the Author

Edna Von V
Se c'è qualcosa di più importante del mio ego su questa nave, la voglio catturata e fucilata.

Related Posts

2 commenti:

  1. Un finale di stagione che ci lascia incollati allo schermo (beh, un po' come in tutte le puntate ok) dal primo all'ultimo minuto. E chissà se la prossima sarà davvero (come si vocifera) l'ultima stagione. Ne vedremo delle belle! ufff... manca ancora così tanto! Cmq, bella recensione!

    RispondiElimina
  2. Di sicuro hanno già firmato per la sesta, ma in realtà c'è anche profumo di settima...
    Aspettiamo almeno fino a gennaio prima di esultare, però.

    RispondiElimina