Che il grande schermo abbia ancora un certo fascino e una certa influenza sociale è indubbio: non saremmo qui a tenere un blog, altrimenti.
Il cinema svolge il ruolo che, nell'800, apparteneva al romanzo: offre una chiave di lettura del mondo, amplia o modifica il punto di vista dello spettatore, sostiene, incoraggia, diverte, emoziona, crea mode, distrugge miti, inneggia agli eroi... insomma, l'impatto sociale è profondo.
Ovviamente tutto questo ha anche un lato oscuro, esattamente lo stesso che appartiene a tutti i media dotati di una certa capillarità e credibilità: le sparate idiote "convincenti" non mancano.
E se negli altri mezzi di comuncazione c'è qualche probabilità in più che il nostro buon senso filtri una frase cretina, col cinema no perché presi dalla fotografia, dall'emozione, dalla colonna sonora e dalla figaggine di Javier Bardem o Scarlett Johansson (citati non a caso) abbassiamo tutte le nostre difese e metabolizziamo anche l'uscita più cretina.

Un esempio di quello di cui parlo e che ha l'onore di aprire questa nuova sezione del blog è una frase del film "Vicky Cristina Barcellona", rivisto ieri per la seconda volta (non per scelta mia, lo giuro) ovvero "Solo l'amore inappagato è davvero romantico".




Ora, se non siamo adolescenti innamorate del belloccio del liceo capiamo in due secondi che - mi si passi il termine - è una stronzata.
E ci manca solo che il cinema prolunghi l'idea malsana che la donna vera deve soffrire per amore.
L'amore inappagato è cretino, è masochismo e non ha nulla di romantico, anzi.
E' infantile, è la palese incapacità di andare oltre una situazione o una persona che non fa per noi.
E' il crogiolarsi tipicamente adolescenziale nel dolore.
Dopo attese e aspettative fuori da ogni logica (grazie Walt Disney) dobbiamo anche vivere un'esistenza fatta di inseguimenti, due di picche e porte in faccia?
No, Woody, neanche per sogno.

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Edna Von V
Se c'è qualcosa di più importante del mio ego su questa nave, la voglio catturata e fucilata.

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