Con il giusto ritardo che mi contraddistingue, finalmente posso dare una motivazione articolata, che vada oltre il "fanno evidentemente cagare", sul perché non riesca ad apprezzare i film italiani, con alcune sporadiche eccezioni.
Ora so che voi avete tutti delle ottime motivazioni in merito (pessima regia, sceneggiatura che pare scritta da mia madre, fotografia come la temperatura di Aosta cioè N.P.), ma io ieri ho identificato la mia, maturata in relazione agli ultimi film che ho visto.
Dopo Potiche, Buried, V per Vendetta, Scott Pilgrim (Cera, ti voglio del bene) e migliaia di altri film che non cito perché devo andare al lavoro, quello che balza agli occhi è come i registi italiani vogliano solo creare degli spaccati tristi - e a mio avviso poco realistici - della vita dei loro connazionali.
Non che Scott Pilgrim sia aderente alla realtà, sia chiaro, ma è proprio lì il punto: non voglio andare al cinema per vedere una persona che ha una vita eoni di volte più banale della mia.
Voglio avere un nuovo punto di vista, voglio delle emozioni, voglio l'eccezionalità (in positivo o in negativo, è indifferente).
Se voglio assistere all'ennesima crisi di nervi di una donna di mezz'età, non pago 8 euro per vedere la Buy: alzo il telefono e chiamo mia sorella, che con le tariffe Vodafone non pago nemmeno (sarebbe ridicolo pagare per ascoltarla impazzire).
Quando entro al cinema mi aspetto le stelle intese non come attori, che comunque nei film italiani latitano: la sala del cinema è un mondo totalmente a parte, è l'armadio di Narnia, è la tana dove cade Alice e noi con lei, è la porta del bagno dove Edward Norton inveisce contro se stesso allo specchio.
E' un mondo parallelo, magari uguale al nostro, ma sempre e comunque meno banale.
Perchè passare 2 ore al buio altrimenti, se non possiamo vivere delle emozioni fuori dall'ordinario?
*il titolo è volutamente fuorviante perché sono una brutta persona
0 commenti